| dai negativissime in assoluto non ci sono state mai,magari qualche colpo di scen per movimentare la storia.....
dal blog.... 8 Aprile Cara Daniela, in Specchio, Eva
quello che dici nel tuo bel commento è vero. Qualche volta per costruire il Taj Mahal bastano due scatole di stuzzicadenti. Perché c’è l’ispirazione. E la voglia di forzare i limiti del proprio talento, della propria fantasia. Un certo tipo d’amore, quello che strappa i capelli, ti dà quell’ispirazione. E’ come avere sprite nelle vene e nel cuore o nitroglicerina nel serbatoio o alcol in trincea. Fai tutto più in fretta, meglio e con più coraggio.
Qualche volta, invece, è difficile anche disegnare un pupazzetto su un foglio di carta grande come una scrivania, magari solo perché il pupazzetto è sorridente.
Io sono una persona fortunata, perciò la vera sofferenza la conosco soltanto tramite l’amore. E non sono abituata a quella sofferenza.
Quando una persona cara – amata - si allontana da te, pensi di esserti sempre sopravvalutata, di non esserti resa conto di quanto poco realmente tu valga e di quale sia la tua reale capacità di difendere le cose che giudichi importanti.
Così, sperando di non fare ulteriori danni, cominci a fare le piccole cose che ti riescono più semplici, cercando di far passare la giornata senza fare errori e senza creare ricordi. Piano piano, per paura, ti chiudi.
Il sogno che ho fatto un paio di settimane fa, quello della perla, credo che avesse qualcosa a che fare con questo. La perla che mi mancava per stare bene era la speranza. Era Alex ad offrirmela, capisci? Ma me la offriva dentro un’ostrica chiusa.
L’idea che stava dietro quel sogno era che io dovessi aprire l’ostrica. Anche a costo di forzarla.
L’ho aperta, mi sono riaperta. E se questo mi fa sembrare fatua e frivola, pazienza.
Sembrare cretini è meglio che immobilizzarsi per la paura di sembrarlo.
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