~ Partenze., Eva e Marco

« Older   Newer »
  Share  
~Rory
view post Posted on 17/5/2008, 16:25




Premessa:
Come nel libro, Eva e Marco appuntano i loro pensieri e le loro emozioni sui diari.
Ovviamente la differenza da non sottovalutare è che questa l'ho scritta io! *-*
Questa ff parla di quando Eva decide di partire con Alex per l'America..
ci sono vari "capitoli", divisi a seconda del giorno che trattano..
Buona Lettura!


Una settimana prima della partenza

Alex è appena stato qui.. l’ho presentato a mamma e Giulio e al resto del branco, e sono stati tutti molto gentili, anche se Rudi a modo suo. I problemi sono arrivati quando se n’è andato.. .
Alla fine della cena, infatti, dopo aver salutato Alex, ho chiesto alla famiglia di non andarsene dalla cucina, perché dovevo fare un annuncio. Al suono di quelle parole Marco si è irrigidito subito, nonostante abbia cercato di nasconderlo continuando a lavare i piatti come se niente fosse. Ho preferito iniziare chiedendo a tutti cosa ne pensano del mio fidanzato, e il giudizio unanime è stato “gentile, educato, simpatico..”; nessuno si è spinto troppo con i complimenti, ma mi va bene, me l’aspettavo. Dopo averci girando un po’ intorno, ho capito che non potevo più prendere tempo, così ho tirato un grande sospiro e ho detto tutto d’un fiato: “Quindi non vi dispiacerebbe se mi trasferissi in America con lui?”.
La reazione di ognuno è stata diversa. Marco, appena ha udito le mie parole, ha lasciato cadere rumorosamente il piatto che stava lavando nel lavandino, ed è andato a chiudersi in camera, probabilmente a suonare. Io l’ho guardato andar via in silenzio, ho abbassato lo sguardo dispiaciuta, ho chiuso gli occhi cercando di non pensare a lui e alla terribile sensazione che mi aveva causato quel suo rifiuto, ma ho deciso che prima di chiarire con Marco avrei valutato il parere di tutti. Così posai lo sguardo sugli adulti di famiglia. Ovviamente, mamma e Giulio erano sconvolti, ma lei, dopo un attimo di silenzio, ha detto: “Mi sembra che più che un permesso, tu ci stia informando di una decisione”.
Credo di essere arrossita mentre dicevo: “In effetti.. io ci ho pensato molto, e ci terrei davvero a partire. Ma mi sembrava giusto presentarvi Alex e parlarvene, prima.”.
“Capisco..”, ha risposto la mamma.
“E..”, ho insistito io. Sapevo che non mi avrebbe mai negato il permesso di partire, neanche se fosse stata contraria alla mia decisione, ma volevo avere un suo parere.
“E.. e.. non c’è un ‘e..’, Eva. C’è solo un ‘sei sicura’?”.
“Sì..” devo ammettere che pensavo sarebbe uscito più convinto. Ho riprovato, schiarendomi la voce, per dimostrare sia a mia madre che a me stessa che ero convinta delle mie decisioni.
“Sì.”, ho ripetuto.
“Allora sai che io ti appoggerò qualsiasi cosa farai, tesoro.”, è stata la sua risposta.
“E io con tua madre”, ha aggiunto Giulio. Bene.. una era fatta. Sapevo che con Alice non sarebbe stato altrettanto facile.
“Ali..?”, ho detto, cercando di essere il più delicata possibile.
“Sì?”, è stata la risposta, sempre pronta, della mia sorellina.
“Che ne pensi?”
“Di che cosa?”
“Come di cosa? Di tutto.. di Alex, di me, di noi.. del fatto che potrei partire con lui..”, ho specificato, dopo una breve risata forzata, sapendo che lei mi aveva fatto ripetere quelle cose di proposito, forse sperando che in questo modo ci avrei riflettuto di più.
“Che penso?” ha ripetuto. “Penso che tu non ci stia più con la testa, ecco che penso!”, ha detto e non mi ha neanche lasciato il tempo di risponderle che è corsa in camera nostra. L’ho raggiunta e l’ho trovata sul letto, accoccolata al cuscino.
“Ali?” le ho sussurrato, accarezzandole la spalla. “Ali guardami in faccia.. ”. Si è voltata, e ho deciso che le avrei spiegato come stavano le cose, nonostante continuasse ad evitare il mio sguardo.
“Senti, Ali.. lo so che la mia decisione ti possa aver.. sorpresa, ma..”
“Ma cosa?” mi ha interrotto bruscamente. “Perché vuoi andare in America, Eva?”
“Non è in America che voglio andare.. è con Alex..” ho cercato di chiarirle, anche se avevo il sospetto che non ne avesse alcun bisogno.
“Appunto.. perché vuoi seguirlo? Non dirmi che è perché lo ami, perché non solo mentiresti a me, ma anche a lui e soprattutto a te stessa.”
Ammetto di essere rimasta molto sorpresa da queste parole, infatti in un primo momento non le ho risposto. Quando mi sono ripresa, le ho risposto:
“Guarda che ti sbagli. Io lo amo Alex, lo amo talmente tanto che sono pronta a seguirlo fino in America!”, mi sono difesa.
“Sei sicura che tu vada in America perché ami lui? Per seguire lui? Non perché ami qualcun altro e per scappare da questo qualcun altro?”
Adesso era il mio turno di arrabbiarmi.
“Senti Ali, se ti riferisci a Marco, lascia stare le allusioni, perché io non ho alcun bisogno di farne per dirti che ti sbagli. Io amo Alex. Voglio stare con lui. Solo con lui.”
“Ah sì?” ha detto, con tono provocatorio.
“Sì, e sinceramente speravo che saresti stata felice per me!”, le ho risposto, senza più mantenere la calma.
“Felice per te? Come faccio ad essere felice per te, se so che neanche tu lo sei? Eva come puoi proprio tu essere così cieca..? Come fai a non capire che così danneggi te e tutti quelli che ti vogliono bene? E quelli a cui vuoi bene.. come Alex, ad esempio..” si è messa ad urlarmi contro.
“Ali.. ma cosa stai dicendo? Davvero, non capisco più a cosa ti riferisci..”
“Ah non capisci.. allora ti rinfresco la memoria: eravamo proprio qui, poco più di tre mesi fa, in questa stanza. Tu non facevi che stare al telefono tutto il giorno, e se non eri al telefono stavi piangendo. Io non ti avevo mai vista così, e sinceramente pensavo che fossi matta già quando volevi buttare al vento tutti i tuoi risparmi, ma sai cosa mi ha riportata dalla tua parte? Ti ho capita, ti ho aiutata, solo quando ti ho vista con lui. Quando ho visto come guardavi Marco, come lui guardava te e come ti parlava.. quando ho capito che avevi trovato la cosa più bella di tutte, quella che tutte le ragazze cercano ma solo una su un milione trova. L’amore, l’amore quello vero, io dico tanto di conoscerlo, ma come tutte quelle ragazze me lo sogno! E tu, tu che l’hai trovato, l’hai vissuto, come fai a rinunciarvi così, solo per paura? Perché quello con Marco era amore, Eva, anzi lo è, perché lui non ha mai smesso di guardarti in modo speciale, come tu non hai mai smesso di farlo. E sai perché ti da tanto fastidio che io ti parli così? Perché sai che ho ragione.”.

‘Non vi dispiacerebbe se mi trasferissi in America con lui?’.
Scuoto la testa per l’ennesima volta, ma quelle parole, pronunciate da Eva pochi attimi prima, non riesco a togliermele dalla testa. In America con Alex.. in America! Ormai mi ero arreso all’idea che lei non avrebbe mai più scelto me.. come biasimarla, del resto, ricordando come l’ho trattata quando l’ha fatto.. ma.. in America!
In momenti come questo c’è una sola cosa da fare; prendere in mano la chitarra. Ed è proprio quello che ho fatto, così ora mi trovo con il plettro in bocca a riflettere. Riflettere su cosa, mi chiedo io stesso.. ‘c’è poco da riflettere, lei ha preso la sua decisione e ormai tu non centri più niente nella sua vita.’ O comunque non centro come e quanto vorrei, quindi perché farsi del male criticando le sue scelte? E’ per questo che sono salito in camera; se fossi rimasto in cucina, ad ascoltarla in silenzio parlare del suo ragazzo, come faccio già troppo spesso, mi sarei torturato da solo ed inutilmente..
Qualcuno sta bussando. Spero che sia Lucia o mio padre, al massimo Mimmo, qualcuno preoccupato per come sono corso via di fretta. Ma so che non è nessuno di loro. E’ l’unica persona che desidero vedere e l’ultima che avrei voluto vedere entrare da quella porta.
“Ciao..” ha detto, anzi ha quasi sussurrato, chiudendosi la porta alle spalle.
Se il mio umore non fosse stato così a terra, avrei riso per quanto era buffa la situazione in quel momento: era passato più di un anno, ma io e la mia sorellastra eravamo nelle stessa identica situazione; io innamorato inconsolabile, appoggiato al cuscino con la chitarra in mano a guardarla, mentre mi racconta di un bellissimo viaggio che presto farà con il suo innamorato. Sono un masochista, lo so.. ma rivivere quel momento mi ha dato un attimo di speranza, ho capito che alla fine era rimasto tutto uguale, come doveva essere. C’era stato bisogno che cambiasse tutto perché tutto rimanesse lo stesso.
Eva, vedendomi riflessivo, si è avvicinata lentamente e si è seduta sul letto davanti a me.
“Marco, io..” ha iniziato.
“No”, l’ho bloccata subito. “Non mi devi alcuna spiegazione. Se non sono rimasto giù è solo perché volevo darti la possibilità di parlare con tua madre in pace, senza essere condizionata dalla mia presenza. Sto bene, davvero.”, ho aggiunto l’ultima frase per rassicurarla, vedendola poco convinta.
“Bene.. ma io voglio spiegarti lo stesso perché non te l’ho detto prima. Non vorrei che pensassi che mi sono dimenticata di farlo perché non è così. Per me la tua amicizia conta sempre tantissimo, lo sai”, quelle parole mi ferivano molto più di qualsiasi insulto. I suoi occhi che si riflettevano nei miei, mi trasmettevano sensazioni che la sua bocca smentiva. “Ti credo”, le ho detto. Non avrei potuto fare altrimenti neanche volendo. Il sorriso che sbocciò timido sul suo volto la rendeva ancora più bella. Cercavo di scacciare quei pensieri, ma erano più forti di me.
“E’ solo che.. sai, ho visto quanto ti fa male ogni volta che ti parlo di Alex e.. ho pensato preferissi non sentire.”
‘Infatti preferisco non sentirti parlare di lui mai più, Eva’, avrei voluto risponderle, ‘preferisco sentirti di nuovo parlare di me.. preferisco sentirti pronunciare il mio nome con la dolcezza di quella sera davanti alla macchinetta.. preferisco avere nuovi ricordi con te, anziché essere costretto ad aggrapparmi ai vecchi..’.
“..Grazie.. in effetti non mi avrebbe fatto molto piacere”, ho bisbigliato, “ma sono tuo amico, e con gli amici ci si confida. Loro ti ascoltano, anche quando non vorrebbero, perché sanno che ti fanno felice.. e per loro la tua felicità conta di più della propria..”, attento Marco; forse sto esagerando.
“Comunque sono felice per voi. Davvero.. vi meritate una vacanza.” Ho concluso, nel tentativo di mascherare per l’ennesima volta i miei sentimenti.
“Ehm.. sì.. a proposito di questo”, Eva si è fatta scura in volto. Segno di guai.
“Non sarebbe proprio una vacanza.. io.. io pensavo di stabilirmi lì. Di studiare alla Columbia o, che ne so, a Yale.. c’è una vasta scelta..” ha detto, e, come sempre quando non vuole confrontarsi con gli altri, ha abbassato lo sguardo.
“Vuoi trasferirti in America.. definitivamente?”, sono consapevole di averlo detto con troppa foga e probabilmente con un’aria a dir poco contrariata, ma in quel momento non ho potuto farci niente.
“Non sarebbe proprio definitivamente.. solo finché Alex non avrà messo a posto il locale. Almeno per il primo anno di università..” i suoi occhi continuavano ad evitare i miei, che al contrario li cercavano.
Non sono riuscito a spiccicare parola per un tempo indefinito, che mi è sembrato durare un’eternità. Nella mia testa erano nati milioni di pensieri che si affollavano confusi, ed io non riuscivo a concentrarmi su uno solo di essi.
Eva è rimasta seduta sul mio letto paziente, inizialmente tenendo lo sguardo fisso sui suoi piedi, poi l’ha alzato lentamente, per vedere la mia reazione. Quando finalmente ho alzato il capo, i nostri occhi sono entrati in contatto, e per un istante ho avuto la sensazione che nulla fosse cambiato da quando stavamo insieme. Ma so che non è così, quindi le ho detto:
“E’ un’occasione unica, mi pare di capire. Fai bene ad andare.” Eva, il cui sguardo era tornato sul pavimento, ha alzato la testa e mi ha fissato stupità.
Ho accennato un sorriso.
“Che c’è?” le ho chiesto.
“Davvero.. approvi?”
“Hai bisogno della mia approvazione?” ho accennato un altro sorriso, molto più divertito ma più serio del precedente.
“Certo che no.” In un attimo il mio volto si era fatto buio.
“Ma ci tengo ad averla. Voglio sentirti dalla mia parte.”
“Eva, io sarò sempre dalla tua parte. Per qualsiasi tua scelta o decisione, sappi che io sarò al tuo fianco, anche quando nessuno ci sarà, tu avrai sempre me.”
Mi ha guardato con uno sguardo che avrebbe fatto sciogliere il più freddo dei cuori, e in quel momento non so cosa mi abbia trattenuto dal baciarla. Probabilmente semplice paura. Paura di perdere tutto questo.. di perdere quella piccola parte di lei che mi offriva.
Eva si è avvicinata a me e mi ha dato un bacio sulla guancia. “Grazie”, ha sussurrato uscendo dalla stanza e si è chiusa la porta alle spalle. Toccandomi la guancia nel punto in cui le sue labbra mi avevano appena sfiorato, un senso di nostalgia mi ha pervaso; ma, dopo un primo momento di insicurezza, ho preso la chitarra e ho buttato giù queste poche parole:
Dico di no ma poi non so vivere bene se non ho il suo delle tue parole, le tue idee
tu dici sempre che non so capirti a fondo proprio no
il nostro amore, cara, a volte è illogico..



Il Giorno Successivo

Stamattina quando mi sono svegliata avevo una strana sensazione..
Come se ci fosse qualcosa di incompleto che non mi desse pace.
Dopo essere scesa, ho annunciato che sarei andata a fare colazione da Alex, ma prima di uscire ho notato che Marco non era a tavola con il resto della famiglia.
“Ma Marco dov’è?” ho chiesto.
“E’ andato all’accademia di Milano, non te l’ha detto? L’hanno chiamato ieri, dicendo che l’hanno preso e che avrebbe potuto iniziare anche da oggi. E’ partito stamattina presto, l’abbiamo salutato solo io e Giulio, voi dormivate e non ha voluto svegliarvi.”, mi ha spiegato mia madre.
“Oh.” Ammetto che la mia reazione alla notizia non è stata delle migliori; ero stata nuovamente assalita dalla sensazione di poco prima.

Sono sul treno. Le cuffie nelle orecchie, gli occhi fuori dal finestrino fissano qualcosa di indefinito. La mia mente si abbandona al pensiero di lei, e vaga tra i ricordi, quelli vecchi e quelli recenti. Ogni tanto, trovo un momento per fantasticare sull’esperienza che sto per vivere; poche ore di viaggio mi separano dal mio futuro, ma io, per una volta, non ho paura. Non sono più il ragazzino che litiga con il padre per poter inseguire il suo sogno e che vive nell’incertezza; ho imparato a dire ‘carpe diem’, ed ora voglio metterlo in atto. Ancora una volta, è stata proprio Eva a darmi un’importante lezione di vita; vedendo come ha affrontato il mio ritorno e come vive la sua storia con Alex, ho capito i miei errori e, non potendo correggerli, provo a non ripeterli.
Non lascerò più che i miei sogni mi sfuggano dalle mani per paura; non li sentirò scivolare veloci tra le mie dita, li tratterò forte e li vivrò fino in fondo. Questo è ciò che mi prefiggo di fare per il futuro; e, per ora, l’accademia, e spero la musica, sono tutto il mio futuro.
 
Top
VIPmember
view post Posted on 17/5/2008, 17:35




è quello che mi hai fatto leggere l'altro giorno? smacksmack cmq stupendo :)
 
Top
fede_94
view post Posted on 9/6/2008, 15:15




continua è bellissimo
 
Top
2 replies since 17/5/2008, 16:25   194 views
  Share